Scopriamo quali sono i migliori soprannomi NBA, quelli indimenticabili che hanno raccontato caratteristiche atletiche e doti umane. Alcuni soprannomi sono collegati alle abilità specifiche e altri alla mentalità vincente dei cestisti.
Gli appassionati di basket sanno benissimo chi sono Black Mamba, Air Jordan, The Answer a The Mailman. Spesso, però, non si conosce il significato di tali appellativi. Facciamo chiarezza sull’argomento, in questo viaggio affascinante tra le icone della pallacanestro mondiale.
Black Mamba
Nessun altro soprannome incarna meglio la mentalità di un giocatore. Kobe Bryant si è attribuito da solo il nome di Black Mamba, ispirandosi dunque al serpente letale. Le caratteristiche che ispirano il serpente, infatti, sono la rapidità e la precisione.
Il soprannome nasce in un periodo difficile della sua vita e diventa poi il racconto perfetto della sua trasformazione in un vero e proprio killer sul parquet. La Mamba Mentality è diventata molto famosa. Oggi è universalmente considerata il sinonimo di ossessione per la perfezione, una sorta di dedizione assoluta al miglioramento.
Bryant ha costruito la leggenda con una mentalità inarrestabile, traducendola in 5 titoli NBA con i Los Angeles Lakers e un premio MVP. Tra le prestazioni indimenticabili spiccano gli 81 punti contro i Toronto Raptors nel 2006, la seconda migliore performance realizzativa della storia NBA.
The Big Fundamental
Il basket non è solo spettacolo ma anche solidità tecnica. Tim Duncan ha dominato la NBA senza l’obbligo di ricorrere a schiacciate spettacolari o giocate sopra le righe (che comunque ha fatto). The Big Fundamental descrive in modo impeccabile la sua essenza: movimenti ben studiati, una difesa impenetrabile e una carriera da 5 anelli NBA con San Antonio Spurs.
Si tratta di un soprannome che rende omaggio all’efficienza più che all’estetica. Duncan non era il più veloce né il più atletico, tuttavia il controllo e la capacità di anticipare le mosse avversarie lo hanno reso una delle ali grandi più forti di sempre. La sua semplicità lo ha reso anche uno dei giocatori più sottovalutati dal pubblico ma chi conosce il basket sa che il suo contributo è stato immenso.
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The Answer
La generazione anni ’90 conosce bene l’importanza di Allen Iverson, un giocatore davvero eccezionale che è stato attivo in lega dal 1996 al 2006.
Il soprannome The Answer può essere facilmente tradotto come risposta alla mancanza di superstar in NBA. Iverson non ha mai avuto paura di affrontare i giganti della lega, portando una squadra mediocre come i Philadelphia 76ers alle Finals del 2001, vincendo il titolo MVP della regular season e regalando ai tifosi emozioni incancellabili.
The Glove
Non ci sono tanti difensori nella storia NBA con la fama di Gary Payton. Il soprannome The Glove gli venne attribuito perché era capace di marcare gli avversari con una pressione asfissiante, come un guantone (da baseball) che prendeva la palla.
È stato uno dei pochi giocatori in grado di mettere in seria difficoltà Michael Jordan nelle Finals del 1996. Payton era un trash talker incredibile, in grado di fronteggiare l’avversario con qualunque arma tattica o psicologica a disposizione.
Per comprendere il livello dell’atleta è sufficiente ricordare che ha guadagnato 9 selezioni nel primo quintetto difensivo e un premio per difensore dell’anno nel 1996, uno dei pochi playmaker ad averlo mai vinto.
Dr. J
Julius Erving, meglio conosciuto come Dr. J, ha portato l’eleganza nel basket. Il soprannome nasce ai tempi del college, quando un amico lo chiamava The Doctor per il modo in cui “operava” sul campo.
Il suo stile ha ispirato intere generazioni di cestisti, anticipando le dinamiche della NBA moderna, fatta di schiacciate aeree e atletismo estremo.
Con le sue giocate Dr. J è stato il pioniere dello spettacolo NBA, diventando una delle più grandi icone della lega. Il suo layup acrobatico nelle Finals del 1980 è ancora oggi considerato uno dei movimenti più belli mai visti.
The Mailman
Quando c’era da consegnare punti, Karl Malone non sbagliava mai. The Mailman è stato il soprannome perfetto per uno dei migliori marcatori di sempre.
L’origine dell’appellativo è molto semplice: quando serviva un canestro, Malone rispondeva sempre presente. Ha segnato oltre 36.000 punti in carriera, secondo solo a Kareem Abdul-Jabbar (fino all’ascesa di LeBron James).
Malone ha formato con John Stockton una delle coppie più letali di sempre, basata su uno dei pick and roll più efficaci nella storia della pallacanestro.
Air Jordan
Forse stiamo per presentare il soprannome più famoso della storia del basket. Air Jordan non è solo un gioco di parole con il suo cognome ma rappresenta il modo in cui Michael Jordan dominava, cioè volando sopra gli avversari.
Lo stile di gioco aereo e la capacità di performare nei momenti decisivi lo hanno reso il miglior giocatore di sempre per moltissimi appassionati e osservatori.
Diesel, Superman, Shaq Fu
Pochi giocatori hanno avuto tanti soprannomi quanti ne ha avuti Shaquille O’Neal. Partiamo con Diesel, che identificava la potenza inarrestabile. Proseguiamo con Superman per la sua stazza e per le caratteristiche atletiche.
Terminiamo poi con Shaq Fu, che è diventato addirittura il titolo di un videogame della Electronic Arts nel 1994.
The Greek Freak
Uno dei soprannomi moderni più azzeccati è The Greek Freak, attribuito a Giannis Antetokounmpo. Le caratteristiche fisiche, la forza e le abilità tecniche lo identificavano proprio come un mostro greco.
Successivamente il campione ha dichiarato di non ricordare la data esatta in cui iniziarono a chiamarlo così. Di sicuro non era facile pronunciare il suo cognome e, già agli esordi nella stagione da rookie, trovarono il modo di descriverlo ricorrendo appunto al soprannome The Greek Freak.
The Logo
Un soprannome storico che va oltre il campo da basket. Jerry West è l’unico giocatore ad essere diventato letteralmente il logo della NBA. L’iconica silhouette deriva da una sua fotografia in azione.
Era chiamato anche Mr. Clutch per la capacità di rispondere alla pressione del match. Parallelamente a Baylor, il compagno che era soprannominato Mr. Inside, Jerry West era Mr. Outside perché poteva andare a segno da qualsiasi area del campo.
The Dream
Il basket è fatto di movimenti e fluidità. Hakeem Olajuwon veniva chiamato The Dream perché era davvero un giocatore incredibile.
Si tratta di un soprannome che risale agli inizi della carriera, quando l’allenatore si impressionò per il coast-to-coast parlando di uno stile di gioco da sogno. Anche in telecronaca il gioco di parole Hakeem The Dream diventò semplice ed efficace da pronunciare.
Vinsanity
Le schiacciate di Vince Carter hanno scaldato il cuore dei tifosi. Il soprannome Vinsanity descrive perfettamente la follia che scatenava ogni volta che volava sopra il canestro.
La leggendaria schiacciata alle Olimpiadi 2000 su Frederic Weis è solo uno dei tantimomenti indimenticabili all’interno della prestigiosa carriera dell’atleta. Carter è sempre stato uno dei giocatori più amati di sempre.
Altri soprannomi famosi nella storia dell’NBA
Per quanto riguarda le abilità difensive, possiamo citare Kawhi Leonard. Il soprannome The Claw nasce dalle mani molto grandi che arpionano la palla come un artiglio.
In tema di abilità al tiro, invece, c’è Stephen Curry, noto come Chef Curry oppure Baby-Faced Assassin.
La carrellata può essere completata con Black Jesus (Earl Monroe), The Big Dipper (Wilt Chamberlain), The Worm (Dennis Rodman), The Admiral (David Robinson), The Truth (Paul Pierce), The Beard (James Harden) e The Joker (Nikola Jokic).